Progettare un mix è la base per creare una miscela funzionale , economica e redditizia, adattandola al nostro modo di pescare e alle nostre possibilità di tempo ed economiche.
Nella puntata precedente, parlando di esche pronte ed esche self , abbiamo identificato due grandi categorie. Le food bait e le boilie da “caccia”. Questa distinzione di massima, si presta a numerose interpretazioni anche incrociate, perché nulla vieta di creare una pallina nutritiva e anche attrattiva, ma secondo me questa è un’esigenza marginale , riconducibile essenzialmente a quelle pescate che durano per molti giorni consecutivi.
Venendo alla fase progettuale di una food bait, risulta evidente come la componente nutritiva sia la base su cui “poggiare” l’intero progetto. Le carpe sono particolarmente voraci di proteine animali e grassi, due nutrienti fondamentali da cui traggono energia e sostanze fondamentali per il loro benessere e la loro crescita ponderale. Non è un caso che i “pesi massimi” della specie, si possono trovare in tutti quei laghi e fiumi ricchi di gamberi, lumachine e altri molluschi.
La scelta cade sulle farine di pesce, di carne, di crostacei e derivati, cercando magari di differenziarsi dalla massa, per offrire alternative poco note e quindi non sospette. Si possono combinare fra loro più ingredienti in modo da creare anche i presupposti per avere un gusto definito e particolare , che faccia riconoscere le nostre eccezionali palline, nel marasma delle molteplici varietà gettate in acqua nei posti più gettonati.
Questi ingredienti vanno dosati fino ad ¼ del totale del mix, volendo quindi combinare due ingredienti specifici , mi sento di suggerire le combinazioni di: “Lievito+farina di salmone LT”, “Aringa LT+krill meal”, “Farina di fegato+krill meal” e “Lievito+farina di fegato”. Tutte combinazioni eccezionalmente funzionali come apporto di nutrienti primari e gusto, dosando i due elementi in parti uguali fino a comporre il 25% del mix.
Una farina vegetale che non può mancare nelle food bait è la soia grassa tostata che, grazie ai suoi fosfolipidi, emulsiona e amalgama la componente grassa delle farine animali. Le proteine di questo seme sono inoltre molto complete come spettro amminoacidico, e aumentano la componente nutritiva totale. Anche questa farina si dosa a ¼ del totale, quindi 25%.
Serve a questo punto una giuste dose di amidi che permettano di impastare a crudo il mix, garantendo quella plasticità che permette un risultato soddisfacente per passare in trafila e rullatrice. La scelta più comoda e comune è la semola rimacinata di grano duro. Anche questo ingrediente inserito al 25%.
Infine serve il latte in polvere che permette di garantire all’esca finita l’elasticità necessaria per assorbire acqua e scambiare con l’elemento liquido , senza che la pallina si gonfi , si disgreghi e non abbia durata sufficiente sull’hair rig. Con questo ultimo ¼ abbiamo colmato la parte solida del progetto.
Per realizzare le food bait, in genere si usano pochi ingredienti liquidi, nel nostro caso potrebbe essere interessante inserire un olio di pesce nel periodo estivo, aumentando i grassi e di conseguenza il gusto della pallina finita (quando l’acqua è calda) oppure un acidificante organico in inverno , tipo una qualsiasi salsa fermentata come quella di soia , oppure l’aceto balsamico.
Per gestire il gusto finale di questo tipo di palline, si possono comunque usare dosi minime dell’aroma preferito oppure i più naturali oli essenziali.
Progettare un’esca da caccia è più semplice, in merito alle dinamiche dei solidi, ma più complesso nella ricerca delle combinazioni aromatiche e gustative.
Per quello che riguarda il mix, è sufficiente usare un buon 50/50 (di cui abbiamo già discusso nella puntata numero 6) oppure un light bird food di cui parleremo prossimamente.
A questo punto, la lista dei solidi si può concludere con una caratterizzazione specifica che si ottiene tagliando dal 10 al 20% il mix di base.
Le scelte sono molteplici: io preferisco usare farine grasse vegetali, come arachide, nocciola, cocco, mandorla, pinolo o la combinazione di più tipi fra queste, quando l’acqua supera la soglia dei 15°C. Per le altre occasioni se la giocano il predigested fishmeal, la farina di Krill, il fegato o una miscela delle stesse.
Una volta praticato il taglio: 800 grammi di mix base + 200 grammi di caratterizzazione, ci concentreremo sullo studio della componente liquida in funzione della stagione, dello spot prescelto e dei nostri gusti personali.
Da un punto di vista pratico, si tratterà di unire un liquid food particolarmente attrattivo, un’aroma di provata efficacia, selezionato come dosaggi e caratteristiche chimiche in funzione della tipologia di acqua ed il dolcificante.
Alcune combo di provata efficacia:
- Carpamino , orange oil, monster crab e NHDC
- Liquid krill, bubble gum, black pepper oil e NHDC
- Liquid predigested, strawberry hit, scopex e intense sweetner
- Emo krill, mulberry e intense sweetner
- Burro di arachide , scopex, nutmeg oil e intense sweetner
- Miele, liquid liver, squid, scopex e NHDC
La prossima volta, parleremo di light bird food mix per esche da caccia.