23. I mix

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Esistono differenti tipi di miscela e le aziende in genere hanno a catalogo almeno 5-6 varianti con nomi differenti, diversa componente nutritiva e quindi differenti scopi applicativi.

Ogni progetto di mix deve considerare uno scopo primario d’utilizzo, fermo restando che molti progetti mirano ad essere “All round”, ovvero adattabili a molteplici impieghi.

Semplificando il tutto a favore del pescatore comune, dividerei la fase di sviluppo e progetto in tre categorie ben distinte su cui ragionare:

   -Miscele per pescate veloci:

 Nel nostro sport la maggior parte dei praticanti vive la pesca alla giornata, non pastura con continuità la posta e si adatta all’ambiente che trova senza magari averlo visto preventivamente.

 Sembrerà paradossale ma quest’assenza d’informazioni rende tutto molto semplice e le necessità reali si limitano ad attrarre il pesce già presente nell’area al nostro arrivo sul posto.

 Il progetto da sviluppare sarà sostanzialmente un mix che lavori presto e bene in acqua, trasferendo quanti più segnali nutritivi per coinvolgere la sensibilità alimentare del pesce.

 In pratica la carpa vedrà solo una volta le nostre esche e, se tutto andrà per il meglio, ci permetterà di adagiarla con attenzione sul nostro materassino.

 Nutrire il pesce è senz’altro fuori luogo e potenzialmente dannoso, poiché un pesce sazio se ne va dall’area d’interesse, diminuendo le possibilità di catturarlo, mentre al pescatore “veloce” interessa avere sempre esca in azione e animali attivi nell’area che continuano ad alimentarsi per ore.

 Statisticamente è questo che ci porta ad avere più catture e nient’altro.

 Questo è il campo di eccellenza dei Boilie mix, del 50/50 e dei bird food mix semplici, miscele immediatamente accettate dalla carpa, con valori nutrizionali medi, adatti anche alla pasturazione in acque povere di nutrimento o con molto pesce presente e la capacità di scambiare molto velocemente con l’acqua.

 La semplicità del costrutto e la neutralità del gusto consentono inoltre di poter personalizzare l’esca finita in tanti modi differenti, sia dal punto di vista attrattivo, sia gustativo, e in minima parte anche nutritivo.

   -Miscele dedicate a pescate di più giorni e brevi pasturazioni:

 Questo tipo di approccio è fra i miei preferiti perché rappresenta il giusto compromesso tra lasciare tutto al caso e pianificare senza troppe problematiche.

 Se ci pensate bene scegliere il posto, andare qualche giorno prima a pasturare e poi pescare con un minimo di continuità è un vero godimento e spesso si tratta della via migliore per fare delle grandi catture.

 Oppure pensate a una bella vacanza di pesca pianificata con attenzione sulla carta che ci permetta di stare per qualche giorno in riva ad un lago immersi nella nostra passione. Anche questo scenario è strepitoso in senso assoluto.

 In questi casi il progetto di mix adatto allo scopo deve coniugare le esigenze appena espresse per la pesca veloce con un più alto interesse alimentare da parte del pesce di grossa taglia.

 Proporre per un tempo sufficientemente lungo le boilies alle carpe, così che possano apprezzarne anche il potenziale nutritivo, ci obbliga alla scelta d’ingredienti più funzionali per questo scopo.

 Questo è il terreno giusto per mettere in campo un perfetto bird food mix, un nutty o un leggero bird fish.

 Tre eccezionali all round appetibili e ricercati dal pesce, piuttosto veloci nell’entrare in gioco, a patto di fare le giuste valutazioni in termini attrattivi.

   -Miscele per nutrire e condizionare sul lungo termine:

 Rappresentano il progetto più ambizioso e specialistico per il quale dobbiamo investire in termini economici e di energie.

 Dopo aver pianificato accuratamente la scelta del posto, per mettere in atto una strategia di pasturazione molto lunga in uno spot ricco di pesce e con la presenza dei giganti della specie, diventa fondamentale ottimizzare il fattore nutritivo anche a scapito dell’attrazione stessa.

 Fish mix, Liver, HNV (high nutritional value) e HPE (high potential energy) sono sinonimi di percentuale proteica elevata, elevato potenziale calorico ed eccellente valore nutrizionale, e rappresentano la soluzione migliore per queste esigenze.

Nella prossima puntata discuteremo su come rendere più “veloci” le nostre esche.

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Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.