42. L’acqua entra o l’aroma esce?

0
1134

In sintesi, cosa avviene quando lanciamo una boilie in acqua?

Da un punto di vista chimico, si ha uno scambio di sostanze fra la boilie e l’acqua che sarà tanto più forte, quanto più è alta la differenza di concentrazione e potenziale fra i due elementi.

Banalizzando, sarà la componente più carica a cedere elementi a quella più scarica finché non avviene una compensazione.

Questo perché l’esca è un concentrato di sostanze chimiche, mentre l’acqua è un fluido molto più scarico.

Una volta capito questo, possiamo iniziare a elencare i fattori che enfatizzano questo scambio che, per essere chiari, è unilaterale!

Se fosse l’acqua a entrare nell’esca, dall’esca stessa non uscirebbe nulla e la sua efficacia attrattiva sarebbe pari a zero!

Invece l’acqua entra nell’esca limitatamente alla reidratazione della stessa e quindi perché occupa il posto di qualche cosa (i nostri attrattivi) che ne è fuoriuscito.

   -idratazione dell’esca

Più l’esca è idratata e più veloce avviene lo scambio in uscita. Un’esca secca e disidratata si deve prima reidratare e ci possono volere alcune ore, poi inizierà a rilasciare segnali nell’acqua. per questo motivo le ready made non sono mai asciutte, ma sono realizzate con additivi umettanti che le mantengano sempre morbide e umide.

   -ipertonicità dell’esca

L’esca deve contenere quanti più attrattori possibile, in questo modo lo scambio verso l’acqua sarà molto più veloce. Esche isotoniche o ipotoniche sono notevolmente più lente. Ciò non significa che non siano efficaci, semplicemente ci metteranno più tempo a scambiare con l’acqua

   -differenza di potenziale

Attrattori acidi escono più velocemente in acque tendenzialmente basiche e , viceversa, attrattori basici escono più velocemente in acque tendenzialmente basiche.

Queste sono le considerazioni di base da fare e spero vivamente che il ragionare su queste considerazioni, vi possa fa interpretare in maniera ambigua il fatto di vedere le esche più o meno bagnate e sciolte come particolarmente efficaci.

https://www.facebook.com/thebaitguru/videos/684565752424089

Nel capitolo che tratta la realizzazione pratica dell’esca, vi è un paragrafo dedicato ai controlli e agli strumenti di misura da utilizzare per verificare il comportamento dell’esca per fare delle valutazioni di merito.

Nella gallery potete notare un semplicissimo test fatto con 2 boilie IDENTICHE, un bird meaty mix al fegato, rullato Scopex Squid liver . La classica pallina da caccia grossa in lago o fiume.

Le acque di controllo sono state prelevate da due bottiglie sigillate di acque minerali: la goccia di Carnia, con pH 8,4 (tendenzialmente basico) e la Lauretana, con pH 6,6 (tendenzialmente acido).

 Le esche utilizzate sono state asciugate 24 ore dopo la cottura e lasciate immerse nei boccini per 12 ore.

Dopo le prime 2 ore d’immersione, si nota una vistosa differenza fra i due vasetti, quello con acqua tendenzialmente basica è tutto torbido, quello con acqua acida praticamente limpido.

Questo indizio ci fa intuire che l’esca scambi molto più violentemente nell’acqua basica che non in quella acida ed è vero!

Questa boilie, ricca di organici di origine animale e aroma scopex molto acido, ha effettivamente un Delta (differenza di potenziale isoelettrico) molto più marcata rispetto all’acqua basica. di conseguenza le sostanze migrano velocemente dalla boilie che ha un’elevata concentrazione (ipertonica) all’acqua che ha bassa concentrazione (ipotonica).

Considerazioni:

   – inserire grosse quantità di elementi liquidi organici(liquid food) aumenta la concentrazione all’interno dell’esca e velocizza lo scambio (questo il motivo dei dosaggi delle mie caratterizzazioni)

   – le esche a base di farine ed estratti animali sono EVIDENTEMENTE molto attrattive nelle acque basiche, mentre risultano neutre in quelle acide

   – i grandi laghi e fiumi, le acque che contengono le carpe più grosse, sono TUTTE tendenzialmente basiche

   – come si nota dalle foto, le esche sono tutte e due impregnate completamente di acqua…nonostante questo, lo scambio avviene per altri motivi. IL FAMOSO CREDO CHE L’ESCA DEBBA ESSERE GRANULOSA O GONFIARSI DI ACQUA PER SCAMBIARE NON TORNA! NELL’ACQUA BASICA L’ESCA SCAMBIA COMUNQUE DI PIU’

   -nell’acqua acida siamo costretti a sovra dosare gli ingredienti per ottenere un’intensità simile a quella ottenibile in acqua basica. Meglio se evitiamo grandi dosi di attiranti organici e usiamo aromi basici.

https://www.facebook.com/thebaitguru/videos/216178500002991

Tutti questi ragionamenti li trovate in forma più ampia nel libro The bait guru.

Nella prossima pillola un omaggio ad un tester Big Fish: la Pino special bait.

http://www.thebaitguru.it

Articolo precedente41. pH e chimica applicata
Prossimo articolo43. Pino special bait
mm
Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.