Molti carpisti sostengono che in determinate acque le boilies non rendono più e che l’unica scelta valida è rappresentata dalle tiger nuts.
Quest’affermazione mi vede in disaccordo non tanto perché considero una buona boilie sempre superiore a una tiger nuts, ma perché ritengo che si sia persa la capacità e la tecnica per condizionare le carpe a mangiare buone boilies, di conseguenza ci si deve adattare a esche più semplici come utilizzo.
Le noccioline tigrate (Chufa o zigolo dolce che dir si voglia) sono indubbiamente delle esche valide che si adattano perfettamente allo stile di pesca “nomade” che caratterizza la maggior parte degli approcci dei moderni carpisti. Quando si cambiano spesso gli spot senza preparare preventivamente la posta, diventa certamente complesso interessare le carpe con esche molto nutrienti ma poco attrattive, oppure con semplici ready made fatte solo con semola e aroma.
Di conseguenza la componente zuccherina e fermentata delle tiger diventa molto più veloce a entrare in pesca, proponendo alla carpa un’alternativa decisamente interessante anche come gusto.
Se a questo aggiungiamo come la Chufa sia mediamente più resistente ai disturbi di tante boilie e come sia anche meno attraente per alcune specie di disturbatori, risulta facile capire come possa facilmente diventare un’esca di successo.
Alla domanda se si possono definitivamente sostituire le boilie con le tiger in questo tipo di pescate, mi sento decisamente di rispondere che è effettivamente possibile farlo senza grossi rimpianti.
A patto di ovviare al principale difetto delle tiger che nasce dal pasturare in prossimità dell’esca con le stesse noccioline fermentate, che possono essere sparpagliate dalle carpe stesse, attraverso la deiezione di materiale parzialmente digerito, in un’area ampia anche lontana dall’innesco stesso.
Questo perché le nocciole intere non sono facilmente digeribili e i pesci tendono a defecare pezzetti delle stesse che comunque risultano ancora edibili.
Possiamo leggere su bait guru come preparare delle efficaci esche da innesco, nel capitolo del sito o del libro dedicato a queste noccioline.
Per preparare la pasturazione che eserciteremo durante la pescata (oppure precedente alla stessa, poiché nulla vieta di preparare comunque lo spot), conviene usare le tiger spezzate, le tiger sbucciate e le noccioline di piccole dimensioni, miscelate in un rapporto 3/5 sbriciolato + 1/5 sbucciate + 1/5 tiger piccolissime.
Il processo di cottura ideale, rispecchia quello classico degli inneschi, anche se io suggerisco di utilizzare invece dell’acqua, per ammollo e bollitura, il latte di tiger nut stesse oppure il latte di mandorla o soia oppure avena (se proprio non vi riesce di trovare quello di Chufa).
una volta fermentato il tutto con le modalità classiche, lo impasteremo con un method creato con parti uguali di farina di tiger e pane vecchio sbriciolato, impastato con l’estratto di tiger (che è più denso e appiccicoso del latte), per realizzare delle piccole palle con cui pasturare.
Decisamente consigliato l’utilizzo di fake tiger per realizzare inneschi a omino di neve che combinino una grossa jumbo con una piccola imitazione di plastica.
Nella prossima pillola ci spingiamo oltre, realizzando una boilie tiger nut.