59. Liver mix

0
2478

Il mix al fegato rappresenta una delle ricerche più difficoltose con la quale mi sono cimentato, per riprodurre una miscela di Rod Hutchinson che ha monopolizzato il mio interesse nelle prime fasi della mia passione.

Ricordo chiaramente come restassi meravigliato quando mi trovavo ad annusare la fragranza aromatica, le note pungenti e dolci di sangue, che risultavano devastanti in pesca nelle acque di fiumi e canali.

Era talmente costoso che lo utilizzavo esclusivamente per boilie da innesco e pesca veloce e non potevo quindi realizzare il sogno di pasturare con continuità un’acqua come il Piave o il Brian, che richiedevano decine di chilogrammi di palline per ogni pescata.

Il riuscire a replicarlo in una variante self, divenne quindi una sfida che impegnò tutte le mie risorse e i miei sforzi produttivi per circa cinque anni.

Alla fine giunsi a un risultato che rappresenta ancora oggi una delle miscele più costose da me prodotte in ambito privato, che poi fu convertita nello sviluppo di una variante commerciale.

La ricetta in questione è stata adattata alla disponibilità degli ingredienti che sono venuti a mancare a seguito della drammatica epidemia di morbo della mucca pazza, che portò al divieto del commercio di farine animali in tutta Europa.

La base di un mix così tecnico è composta di soia grassa tostata e fumetto di mais, due ingredienti vegetali in grado di enfatizzare e controllare la parte grassa e gustativa di questo tipo di farine animali.

Questi due elementi rappresentano esattamente il 50% del prodotto finito, mentre l’altra metà è tutta nutrimento e gusto.

La farina di fegato scelta è una combo che Big Fish ha creato unendo la farina di fegato di pollo, all’idrolizzato di fegato di maiale.

Emoglobina e idrolizzato epatico apportano attrazione e incidono anche sulla struttura del mix.

Essendo la parte più costosa, possono essere sostituite da latte scremato, se si vuole realizzare una pastura più economica.

La gelatina animale garantisce la tenuta a cotto, costruendo una resistenza sufficiente a superare il disturbo dei piccoli pesci, che sicuramente saranno attratti da stimoli così forti.

Infine inseriremo extra peso del brodo di carne granulare e del glutammato per evidenziare la sapidità, ed esaltare il gusto.

La ricetta sarà quindi così rielaborata:

-25% di soia tostata

-25% di fumetto di mais

-30% di Liver compound

-10% d’emoglobina in polvere

-07% d’idrolizzato di fegato

-03% di gelatina di maiale

Extra peso 7 grammi brodo di carne e 3 di glutammato per kg.

I liquidi possono ulteriormente accelerare la velocità di azione, creando una variante aromatica molto utilizzata dalle aziende e portata alla ribalta nel ready made da Gary Bayes, bait guru di Nash Bait.

Inseriremo 30 ml. di liquid liver, 5 ml. di aroma scopex, 3 ml. di aroma squid e 7 ml. di dolcificante NHDC, direttamente nelle uova per poi amalgamare con la parte solida.

Ancora un altro dei miei mix preferiti per la prossima puntata: il Nutty mix.

http://www.thebaitguru.it

Articolo precedente60. Nutty mix
Prossimo articolo61. Mix da gara
mm
Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.