7. I liquid food

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Il termine: “Liquid food” , traducibile nell’equivalente “Cibo liquido”, rappresenta un nome di fantasia dato dalle aziende ad un gruppo decisamente eterogeneo di prodotti.

In questa denominazione troviamo gli estratti di origine vegetale più o meno concentrati, i predigeriti di proteine animali in forma semi solubile, i gel zuccherini più o meno colorati, le sostanze aromatiche e gustative (palatant in polvere) sciolte in solventi gelatinosi di varia origine, gli integratori farmaceutici e sportivi e così via.

Diventa veramente difficile creare una categoria di ingredienti e l’unica definizione che li potrebbe accumunare è quella di integratori di gusto, utilizzati allo scopo di arricchire la miscela di farine che già compone il mix, di attrazione e sapore.

Dal mio punto di vista la famiglia dei liquid food è una delle più importanti per caratterizzare la boilie finita, indispensabile per tutte quelle esche che devono essere reattive in tempi brevi e decisamente stuzzicanti verso gli organi di senso del pesce.

Nelle mie esche, fatta esclusione per le boilie da pasturazione a lungo termine, sono sempre presenti liquid food in quantità importanti, diciamo oltre la soglia fatidica dei 100 millilitri per ogni chilogrammo di mix. Non è necessario che queste sostanze siano inserite nella forma più solubile possibile, anche se possiamo affermare che i prodotti più “ Acquosi” riescono ad uscire più velocemente dall’esca.

Vediamo di analizzare le grandi famiglie di liquid food dividendoli per categorie:

  • Estratti di origine animale proteica

Sono le sostanze più attive di questa famiglia, si tratta praticamente dello stadio di lavorazione che anticipa il processo spray che riduce in polvere o farina. Praticamente la maggior parte dei fishmeal di pregio, degli estratti di organi interni, e degli appetizzanti usati in mangimistica, nascono in questa forma semiliquida che può avere differente densità in funzione di quanto umidità residua (acqua ) si intende mantenere.

Sono semi liquidi con elevata capacità nutritiva e gustativa estremamente attrattivi perché contenenti una grande varietà di sostanze organiche stimolanti, come acidi organici, proteine parzialmente scomposte e solubili e amminoacidi.

Liquid Krill, liquid liver, liquid crab , liquid fishmeal ecc. variano fra di loro sostanzialmente per il gusto definito che hanno e per la diversa solubilità, ma sulla carta hanno tutti quanti simile capacità attrattiva. Quello che non si può calcolare sulla carta è la preferenza data dal pesce a certe combinazioni che emergono solo grazie all’utilizzo in pesca.

Sono i prodotti che preferisco alla pari con i fermentati .

  • Prodotti della fermentazione batterica o dei lieviti

Si tratta di sostanze utilizzate per lo più in alimentazione umana, oppure di sostanze “di scarto” di lavorazioni alimentari specifiche, tipo la raffinazione dello zucchero o la produzione della birra.

Qualsiasi sostanza zuccherina o proteica , può essere rielaborata sottoponendola ad un processo conosciuto come fermentazione che viene messo in atto da lieviti(che sono funghi) o batteri (tipo i fermenti con cui si produce lo yogurt), queste sostanze scompongono i nutrienti dell’alimento rendendolo più saporito e liberando tutte quelle sostanze organiche decisamente idrosolubili che poi attraggono anche le carpe.

Trebbie di birra (i lieviti morti durante il processo), melassa di zucchero, aceti di frutta, salse fermentate di pesce, soia, cereali e peperoncino, yogurt, ecc. sono tutti liquid food strepitosi per aumentare la capacità attrattiva della boilie.

  • Estratti aromatici concentrati

Ricavati in genere da vegetali, anche questi ingredienti, che possono essere liquidi o cremosi , si prestano perfettamente ad aumentare il gusto dell’esca creando delle combinazioni decisamente appetibili per le grosse carpe.

L’estratto di mais (CSL), di Tiger nut, i concentrati di frutta, le creme di arachide , nocciola , mandorla ecc., il triplo concentrato di pomodoro e così via, sono tutti esempi di prodotti che si prestano ad essere inseriti nelle nostre ricette, anche se in questo caso, la componente attrattiva primaria(solubile) è meno marcata della secondaria(gustativa).

  • Integratori farmaceutici e sportivi

Il primo liquid food della storia si chiama Minamino ed è un prodotto farmaceutico della famiglia dei ricostituenti, usato in alimentazione umana per nutrire chi deperisce a causa di svariate patologie o inappetenza, fornendo appunto un “cibo liquido” che venga digerito dall’organismo con il minimo sforzo. Le prime boilie commerciali della storia hanno preso vita potenziando il semplice mix 50/50 con il Minamino (che veniva inserito in dosi del 10% dell’esca finita)  e con l’aroma di sintesi, con risultati in pesca che tutti conosciamo e che continuano a produrre risultati anche ai nostri giorni.

Oltre ai ricostituenti, questa famiglia è composta da tutti gli integratori proteici e minerali in forma liquida , utilizzati dagli sportivi di potenza e resistenza.

  • Ingredienti specialistici per carpfishing

Esistono molti prodotti che non sono frutto di una lavorazione specifica, ma che vengono semplicemente assemblati dalle aziende , sciogliendo in appositi solventi, che in genere sono gel di fruttosio o glucosio e glicole propilenico, sostanze organiche di varia natura , magari anche aromatizzando artificialmente e colorando il tutto per renderlo più appetibile al pescatore prima ancora che alle carpe.

Questa è anche una via semplice per creare la forma liquida degli ingredienti che più ci piacciono, come ad esempio micronizzando frutti rossi liofilizzati e disidratati e sciogliendoli in uno sciroppo di amarena o fragola, creando così un pallatant cremoso gustativo di grande potenza, interessante per esche veloci fruttate.

Si potrebbe quindi miscelare 200 grammi di polvere di frutta disidratata con un litro di sciroppo alla frutta (quello commercialmente venduto per fare le bibite in estate), unendo anche 100 ml. di aceto di frutta a piacere, e completando con 50 grammi di vitamina C in polvere.

Naturalmente si possono ottenere risultati speziati, salati , al gusto carne , al gusto pesce ecc. cambiando la parte in polvere della miscela, con la possibilità di spaziare a volontà, realizzando prodotti PVA frendly, molto interessanti anche per bagnare il method o lo stick mix., con somma soddisfazione anche per il più navigato dei self maker.

Nella prossima pillola parleremo di forma, dimensioni e colore delle boilie.

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Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.