58. Zanchin special

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Durante la collaborazione con l’azienda BigFish mi sono trovato a interagire e collaborare con il gruppo testers cui erano affidate le prove dei prodotti in fase di sviluppo, ai quali era chiesto di raccogliere una serie di dati importanti per centrare e portare a termine i progetti.

Costruire un prodotto per l’esca affidabile e di successo, richiede tanta prove nelle situazioni più disparate, perché sono i numeri elevati che permettono una statistica attendibile.

Per una persona sola fare queste prove è impossibile, significherebbe pescare ogni giorno, ma a quel punto dove si potrebbe trovare il tempo per studiare e ricercare nuovi ingredienti?

Questo è uno dei motivi per cui nelle aziende di successo, ci sono tecnici competenti affiancati da brillanti pescatori, che collaborano fra loro in sinergia e affiatamento.

In un periodo di grande successo in termini di cultura dell’esca, come fu la prima decade degli anni 2000, dove si poteva usufruire contemporaneamente del web e della carta stampata per documentarsi, mi trovai a collaborare in contemporanea con diversi brillanti articolisti delle più accreditate riviste del settore.

Con uno in particolare, Andrea Zanchin, che scriveva per Pescare Carpfishing, nacque un reciproco scambio che mi vide nella figura di consulente per la stesura di un’interessante articolo sulla pasturazione preventiva e pesca.

A mio avviso si trattò della prima collaborazione diretta fra aziende e media, al fine di chiarire le dinamiche di sviluppo di una miscela destinata al self maker.

L’esca in questione era un birdfish mix e per questo motivo la storia del suo sviluppo merita di essere raccontata in questo capitolo di Bait Guru.

Andrea mi chiese una ricetta affidabile, facilmente realizzabile e tecnicamente evoluta, ed io decisi di divulgare le informazioni e le esperienze fatte molti anni prima, durante le fasi di sviluppo del Keltia mix.

Nel rispetto del comune patto di segretezza che vigeva fra me, Sandro Minotto e Fabio Boscolo, semplificai il tutto omettendo tutta la micro chimica, peraltro difficilissima da gestire per un utente finale che non avesse accesso a ingredienti tecnici del pet food.

La Zanchin Special è un’esca eccezionale principalmente per due motivi: la velocità di entrata in pesca e la capacità di tenere il pesce attivo per tempi lunghi.

La ricetta prevedeva:

-20 % Biskò bianco Ravasi

-20 % New Herbavit Progeo

-20 % farina di soia tostata

-15 % fish meal LT

-15 % latte scremato spray

-05 % Robin Red

-05 % predigest fish meal cileno

La composizione originale ha permesso a centinaia di carpisti Italiani di catturare meravigliose carpe in molteplici contesti differenti, grazie ad un’esca molto affidabile. Questo fino a quando Progeo decise di togliere dal mercato la sua linea “Probiotic” di pastoncini.

Ricordo innumerevoli interventi sul forum e Andrea stesso che mi riportava decine di richieste su come sostituire questo importante ingrediente del mix, non più disponibile sul mercato.

Effettivamente il pastoncino in questione, non era sostituibile all’epoca con nessun altro, non tanto in termini nutrizionali, ma come meccanica e modo di lavorare in acqua.

I più intraprendenti fecero la cosa più semplice, ovvero inserire solo il Biskò bianco e devo dire che questa scelta logica permette di realizzare esche molto buone che probabilmente rappresentano la soluzione ideale per la maggior parte dei pescatori.

Quando la linea Probiotic smise di essere commercializzata, io rimasi in contatto con il tecnico che se ne occupava, il quale decise di portare avanti il suo credo, la sua passione e i suoi prodotti rivoluzionari, con un proprio brand: Happy Bird. Da un punto di vista pratico quindi, il pastoncino in grado di sostituire il probiotico esiste e si chiama Uniko 24, una miscela tecnica realizzata per l’ornitologia professionale.

Vediamo quindi la new Zanchin Special:

-40 % Uniko 24 happy bird

-20 % soia tostata

-15 % farina di pesce LT (preferibile salmone)

-15 % latte scremato spray

-05 % Robin Red

-05 % predigested fishmeal

Quando feci la valutazione dell’esca per il forum, decisi di usare una vecchia base liquida che mi ha sempre dato enormi soddisfazioni in acqua corrente e nei canali, utilizzando ingredienti molto naturali per generare un’attrazione poco chimica che non stancasse il pesce nel lungo periodo.

Impastai il mix con 100 ml. di miele millefiori, 50 ml. di estratto di lievito Marmite, 7ml. di aroma fragola e 4 ml. di dolcificante NHDC.

Tecnicamente questo birdfish mix si presta a molteplici combinazioni, una in particolare entusiasmò e convinse come rendimento soprattutto per le pescate nei grandi laghi naturali, e prevedeva di miscelare 50 ml. di Carpamino, 7 ml. di aroma monster crab, 3 ml. di orange oil e 7ml. di dolcificante intenso.

Nella prossima pillola uno dei miei mix preferiti: il Liver mix.

http://www.thebaitguru.it

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Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.