14. il lievito, ingrediente innovativo o ritorno al passato?

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P.Y.M.(Philips yeast mixture) uno degli ingredienti segreti di Fred Wilton, inventore delle boilie, una miscela di lievito , vitamine e minerali utilizzato come merenda energizzante o ricostituente negli anni sessanta nel Kent.

Questo per dire che l’ingrediente della pillola di oggi non né propriamente l’ultimo arrivato nella lista dei prodotti eccezionali per catturare carpe! Si tratta di un fungo che viene impiegato dall’essere umano da tempo immemore per lievitare il pane o fermentare la birra (da qui il nome comunemente usato di: “lievito di birra”.

Il Saccharomyces cerevisiae è un organismo unicellulare molto particolare e caratteristico, praticamente una cellula in grado di scomporre gli zuccheri complessi molto velocemente , trasformandoli in altre sostanze a noi più consone e appetibili, come ad esempio l’alcol. Il nostro interesse di carpisti è attratto da questo microrganismo nel momento in cui, morendo, esaurisce la funzione primaria e si trasforma in un super cibo proteico ricchissimo di amminoacidi essenziali, di vitamine e minerali e dotato di un gusto strepitoso irresistibile per i grossi ciprinidi.

Lo si trova in polvere , con il nome mangimistico di: ”trebbie di birra”, oppure come alimento biologico particolarmente ricercato dai vegani , sotto forma di polvere spray dried oppure di crema spalmabile. Tutti questi prodotti sono utilizzabili in pesca per creare boilie molto attrattive e nutrienti, ma la forma mangimistica è quella che ci permette di creare delle food bait, inserendone delle buone percentuali, dosando dal 5 al 30%, grazie al costo più contenuto.

Il lievito che preferisco è un prodotto poco noto in Italia , ma famosissimo nei paesi di lingua e cultura Britanniche: “Il Marmite”. Questa crema densa, odorosa e incredibilmente saporita, nasce per l’alimentazione umana e rappresenta l’equivalente inglese della nostra Nutella, praticamente la versione da “uomini” della crema spalmabile che tutti noi abbiamo conosciuto da bambini.

Sorvolando sul gusto difficilmente affrontabile dai più, si tratta di un’eccezionale liquid food da usare in esche specifiche da caccia o come rinforzo di nutty mix carichi di miele e aromatizzati in maniera dolce, fruttata o cremosa.

Per realizzare un semplice yeast mix, seguiamo lo stesso processo che abbiamo utilizzato per la creazione del light bird food descritto nelle puntate precedenti e assembliamo i 4 ingredienti del 50/50 , con una quinta parte da riempire con il lievito .

  1. 200 grammi farina di soia tostata
  2. 200 grammi farina di mais fumetto
  3. 200 grammi di semola rimacinata
  4. 200 grammi di latte intero in polvere
  5. 200 grammi di lievito inattivo in polvere

Ottenendo un risultato più nutriente del light bird food con cui possiamo anche pasturare acque non troppo impegnative e comunque con buone quantità di esca , dato il costo accettabile della miscela.

Per far diventare da “caccia” questo mix, spingiamo ulteriormente con 100 millilitri di crema Marmite (oppure prodotti simili tipo Vegemite o altri estratti spalmabili che possiamo trovare nei negozi bio), 50 ml. di miele, 7 ml. di aroma scopex, Maple oppure fragola o bubble gum, completando con 5 ml. di dolcificante NHDC(adatto anche per lunghe pasturazioni).

Entrando in progetti più evoluti, possiamo adoperarci per sviluppare un nutty mix con lievito che ci permette di insediare anche pesci moto complessi in tutti quei piani d’acqua dove magari le esche fish mix sono troppo utilizzate.

Lo sviluppo prevede quindi un sesto ingrediente gustativo caratterizzante e si trasforma in:

  1. 200 grammi di farina di soia tostata
  2. 200 grammi di farina di mais fumetto
  3. 200 grammi di semola rimacinata
  4. 150 grammi di latte scremato in polvere
  5. 150 grammi di lievito inattivo
  6. 100 grammi di farina di arachide(oppure mandorla oppure pinoli)

Da impastare con 100 ml. di burro di arachide integrale (cioè 100%),7 ml. aroma scopex o fragola , 10 gocce olio essenziale nut meg e 5 ml. di dolcificante NHDC

Con questa all round da pastura e pesca, spacca-canne dalla primavera all’inverno, vi lascio in attesa della prossima puntata dove parleremo di farine di pesce.

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Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.