Gli aromi sono gli ingredienti più controversi fra tutti quelli usati per fare le boilie.
La domanda nei club, nei forum e fra gli amici è sempre la stessa: “gli aromi servono oppure no?”.
E qui tutti si schierano su un fronte oppure all’opposto, mentre la risposta sta semplicemente nel mezzo: DIPENDE!
Cominciamo con il dire che gli aromi di sintesi N.I.sono commercializzati dalle aziende del carpfishing fin dagli anni settanta e già nei primi cataloghi Catchum di Rod Hutchinson se ne trova una discreta selezione. Dal mio punto di vista già il fatto che siano sul mercato (alcuni sono sempre uguali) da 50 anni la dice lunga sulla loro efficacia in pesca! Se questo non fosse sufficiente, basterebbe pensare che pescatori del calibro di Hutchinson, Nash, Baker, kemp, Thorpe ecc. hanno impostato la loro fama e l’efficacia delle loro esche proprio su questi ingredienti, per sentirsi fuori luogo nel dire che non servono a niente!
Pensare che un ingrediente storico, usato dai più grandi pionieri della nostra disciplina sia inutile, solo perché non lo utilizziamo e prendiamo comunque qualche carpa è decisamente una presa di posizione semplicistica e piuttosto ingenua! Come a dire che tutti pescano allo stesso modo, negli stessi ambienti e con lo stesso approccio!
In genere i pescatori che hanno avversione per gli aromi di sintesi sono quelli che pasturano e pescano con esche nutritive e che quindi beneficiano meno degli altri dell’effetto attrattivo di questi ingredienti. Infatti è corretto affermare che le componenti attrattive dell’esca perdono di importanza, rispetto alla sostanza (che è data dalle farine e dagli ingredienti solidi), proprio in quei casi in cui si pastura abituando le carpe a trovare nelle boilie un nutrimento importante e costante.
Di fatto chi crea una food bait, deve curare al massimo l’aspetto nutritivo e del gusto (attrazione secondaria) piuttosto che investire in ingredienti che stimolano e richiamano i pesci verso la pastura. In quest’ottica , una buona conoscenza delle farine di base e un’ottima conoscenza degli spot, che permettano di pasturare in prossimità delle aree d’alimentazione o di transito dei grossi pesci, sono qualità sufficienti per catturare con costanza.
Se sentite di appartenere a questa categoria di self maker, potete fermarvi qui con la lettura, oppure decidere di approfondire perché comunque, sapere come creare esche veloci e dinamiche, può sempre tornare utile.
Definito che gli aromi appartengono ad una categoria di ingredienti molto importanti per chi pesca alla ricerca del target, oppure per chi si sposta continuamente variando tipologia di acque, possiamo iniziare a capire come funzionano e perché.
Gli aromi di sintesi sono sostanze complesse composte di decine di ingredienti chimici primari disciolti in una sostanza di base definita solvente. L’uso del solvente è indispensabile per sciogliere e gestire sostanze dosate in quantitativi infinitesimali che sarebbero impossibili da dosare altrimenti.
La loro capacità attrattiva dipende dal fatto che molte di queste sostanze organiche somigliano o mimano precisi segnali che i pesci ricercano in natura per trovare le fonti alimentari. Se pensiamo ad esempio agli acidi organici prodotti dalla fermentazione,(es. acido butirrico) si tratta di sostanze espulse da molti animaletti di cui la carpa si nutre e presenti nelle proteine in decomposizione .Gli stessi segnali che portano le carpe a trovare una colonia di molluschi o di gamberi, per capirci.
Si è deciso, mutuando dalle dinamiche della chimica alimentare, di utilizzare concentrazioni comprese da 1:1000 a 1: 5000 , dove cioè c’è una parte di sostanza chimica ogni mille o più parti di solvente. Questo permette di raggiungere le giuste proporzioni attiranti , inserendo 2-10 millilitri di aroma per ogni mezzo chilogrammo di mix circa(la famosa libbra britannica).
Questa standardizzazione presenta comunque un range di utilizzo che deve essere interpretato in funzione della potenza di stimolo che si vuole dare, tenendo in considerazione che questa dipende dal tipo di acqua che affronteremo. Banalizzando il concetto possiamo affermare che più pulita e pura è l’acqua dove vivono le nostre prede, minore sarà la dose di stimolo chimico. Questo perché nelle acque pulite e trasparenti i pesci sono molto più sensibili e riescono a cogliere segnali infinitesimali di sostanze attrattive. Viceversa in acque torbide e inquinate, lo stimolo va alzato verso i livelli massimi suggeriti, altrimenti diventa invisibile per il pesce.
Un ulteriore distinzione si fa in base al pH dell’aroma in quanto tanto maggiore è la differenza con l’analogo valore dell’acqua , tanto più forte sarà l’azione della sostanza chimica (vale per tutte le sostanze chimiche usate, non solo per gli aromi).
Quindi aromi basici, tipo quelli gusto pesce come squid, crab ecc. si dosano mediamente più alti di quelli acidi , visto che mediamente il pH delle acque con buone carpe va da 7 a 9.
Non tutti gli aromi hanno la stessa efficacia nel pratico e purtroppo molte aziende hanno la brutta abitudine di scoprire una fragranza molto buona e mettere in catalogo tutte le varianti che la ditta di aromi è in grado di produrre.
Purtroppo ogni azienda ha 4-5 aromi in catalogo veramente eccezionali e gli altri probabilmente semplicemente mediocri.
Come si fa a capire cosa scegliere?
La risposta è semplice e ci riporta all’inizio di questa discussione: si tratta di scegliere da aziende che sono sul mercato da diversi anni, e che quindi hanno potuto ampiamente sperimentare e provare sul campo la resa dei propri aromi. I nomi sono sempre quelli, ormai passati sulla bocca di intere generazioni di carpisti. Non bisogna aver paura di usare un aroma del passato pensando che sia caduto in disuso. Ciò che attraeva le carpe 50 anni fa , le attrae certamente anche oggi!
Ovviamente l’abuso di determinati aromi, soprattutto in ambienti chiusi o medio piccoli, può portare a diffidenza verso quel tipo di fragranza, ma in acque libere questa eventualità è molto remota. Io ad esempio ho pescato per 20 anni con 3 aromi : fragola, scopex e tutti frutti, senza aver mai cali di resa e insoddisfazioni.
Nella prossima puntata parleremo di esche self e di esche ready, analizzando i pro ed i contro di entrambe le soluzioni.