Il krill è uno dei miei ingredienti preferiti ed è alla base dell’alimentazione dei mammiferi più grandi del pianeta, le balene.
In questo piccolo gamberetto si nasconde un potenziale di sostanze fondamentali per vari organismi tanto da essere utilizzato anche per produrre integratori alimentari anche per l’essere umano, con proprietà antitumorali e di protezione del sistema cardiovascolare.
Per le carpe il Krill è una vera droga e difficilmente si possono trovare altre sostanze completamente naturali che esercitino sul pesce un’azione così potente e marcata.
Il Krill è commercializzato in farine con tre differenti livelli di qualità, da quella dedicata all’alimentazione umana definita Krill protein, allo standard Krill meal, per finire a quella dedicata alle industrie del pet food che è utilizzata per fare crocchette e mangimi dedicati ad animali da affezione. La farina di Krill di qualità standard può essere inserita nel mix in dosaggi da 5% al 30% in funzione del tipo di esca e del costo relativo della stessa.
Il krill liquido è proposto da diverse aziende in gradi più o meno elevati di diluizione con altre sostanze come sciroppi zuccherini o propilene glicole ed è utilizzabile come liquid food per caratterizzare esche specialistiche o per impastare method e pasture.
Nel mio immaginario l’esca perfetta dovrebbe contenere un alto dosaggio di gamberetto sia in forma solida, sia liquida, integrando il tutto su di una base bird food leggera se si vogliono ottenere esche da pescata veloce, in stile ready made.
Oppure abbinato a un’ottima farina di pesce ricca a sua volta di omega 3, come il salmone LT, se lo scopo è creare un perfetto connubio alimentare, ideale per pasturare a medio/lungo termine.
La chimica ideale da associare a questo ingrediente è certamente acida, con gli aromi fruttati tipo “berry” a farla da padrone come resa sul breve, mentre gli acidi organici forti, come l’acetico o il butirrico, inseriti in dosaggi bassi sulle palline destinate a condizionare dal punto di vista alimentare.
Molte aziende produttrici hanno puntato su questo prezioso e funzionale ingrediente, per caratterizzare sia le ready made sia le loro miscele di punta. Questo particolare non dovrebbe sfuggire al pescatore più attento perché può determinare sia la fortuna che l’insuccesso in pesca!
Nelle acque libere, di grandi dimensioni e ben popolate di grossi pesci, è d’aiuto il fatto che molti pescatori usino ingredienti molto caratterizzanti e riconoscibili dal pesce, perché, di fatto, abitua alla ricerca di quelle boilie in particolari in poste che sarebbero altrimenti impossibili da condizionare grazie alla pasturazione del singolo.
Viceversa, nelle piccole acque molto pressate, il fattore “riconoscimento” dell’esca, innesca prematuramente il rifiuto da parte dei pesci più smaliziati e sospettosi.