31. Best particle

0
1721

Spesso si utilizzano le granaglie come base di pasturazione quando servono la quantità e il volume.

La scelta cade quasi sempre sul mais o sulle misture di cereali(il così detto misto per piccioni) a causa dell’abitudine, della facile reperibilità ma anche a causa dell’ignoranza sulla possibilità di gestire scelte più efficaci.

Il fattore costo è determinante in questa tipologia di esche. Si ragiona nell’ottica dell’euro al kg. o poco più.

Il mais è una scelta decisamente sopravvalutata dalla maggior parte dei pescatori che il più delle volte sono condizionati dalle leggende metropolitane che caratterizzano questo cereale.

Una su tutte, la fantomatica presenza dell’amminoacido Lisina, considerato estremamente attrattivo verso la carpa (cosa peraltro verosimile) che fatalità nel mais è contenuto in quantità bassissime, essendo questo cereale la fonte più scarsa fra quelle disponibili nel regno vegetale!

Volendo restare su una particle super economica, molto attrattiva da cotta e con più del doppio del contenuto di Lisina rispetto al mais, conviene utilizzare il riso , che nel caso delle “rotture” o nelle versioni dedicate al cane, costa meno di 1 euro al kg. e si prepara con le stesse metodologie di ammollo, cottura e fermentazione del mais.

Ma anche il riso è un cereale povere di proteine e sbilanciato come spettro amminoacidico e noi abbiamo capito che è soprattutto questo nutriente a determinare attrattiva verso le grosse carpe.

La scelta migliore come particle da pasturazione intensiva e di massa cade quindi sul seme proteico per eccellenza: la soia.

Disponibile per uso zootecnico e per alimentazione umana, la soia e i suoi fioccati estrusi , rappresentano il miglior rapporto qualità/prezzo fra tutte le sementi utilizzabili.

Il prodotto zootecnico non biologico si attesta intorno all’euro per chilogrammo, mentre quello biologico già tostato per uso umano(che quindi prevede una preparazione semplificata in termini di cottura) si aggira sui 2,5 euro acquistato in sacchi da 25 kg.

Per la pasturazione conviene miscelare in parti uguali semi e fioccato che però vanno uniti in tempi differenti prima della fermentazione.

Il seme va ammollato e cotto come il mais(vedi capitolo specifico sul mais nel sito) e a questo punto miscelato con il fioccato ammollato(che non va cotto perché ha già subito il trattamento termico) e lasciati fermentare insieme per almeno 48 ore.

Il seme già tostato e decorticato a uso alimentare umano è già cotto e quindi basta ammollarlo e farlo fermentare https://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/natto-come-prepararlo/ ottenendo un super cibo a elevata attrazione caratterizzato da questa gelatina collosa che si forma grazie alla scomposizione delle proteine.

Nella prossima puntata una ricetta “Exteme”!

http://www.thebaitguru.it

Articolo precedente30. Emokrill bait
Prossimo articolo32. Extreme liver bait
mm
Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.