Nelle puntate precedenti abbiamo affrontato l’interessante tema della pesca in fiume, analizzando la scelta dello spot e le strategie pratiche.
Ci siamo lasciati in sospeso l’argomento esche perché desideravo presentare un parallelo che mettesse a confronto due epoche differenti del mio passato di carp angler e bati maker.
In Piave ho pescato all’inizio della mia avventura di rullatore amatoriale, in un periodo storico poverissimo d’informazioni e di prodotti specializzati, approssimativamente fra il 1993 e il 1996.
Il mio approccio con il fiume Sile è avvenuto invece al culmine della mia fase di sviluppatore di prodotti per il marchio trevigiano Big Fish, mi riferisco quindi alle stagioni comprese fra il 2009 e il 2011, in pratica le mie ultime pescate prima di uscire dal mondo della pesca alla carpa.
L’approccio e gli ingredienti sono molto cambiati in quasi 20 anni di storia italiana della boilie, ma vorrei stimolarvi a notare come la ricerca di un’esca nutriente e attrattiva, abbia dei notevoli punti in comune, tutto questo per dire che una buona boilie non passa mai d’attualità.
All’inizio degli anni novanta, la possibilità di acquisto di mix già pronti era limitata a Nutrabait, Rod Hutchinson e SBS e anche gli ingredienti per il self made si contavano sulle dita di una mano! Ricordo di alcuni aromi SBS, di una combinazione di amminoacidi alla fragola sempre di quest’azienda e di alcuni aromi e ingredienti di Rod Hutchinson.
Erano tutti prodotti molto costosi ed era impensabile utilizzarli per pasturazioni massicce, a meno di investire un capitale…
Quando ci trovammo nella condizione di pescare nel fiume Piave, divenne perciò indispensabile iniziare a impastare miscele self e quindi mi trovai “costretto” a fare i primi timidi tentativi di fish mix.
Non ricordo con precisione tutte le prove fatte, ma per fortuna ho la ricetta definitiva che ci permise di avere ottimi risultati nel “nostro” fiume, catturando molti pesci e anche qualche record, anche se non ne conoscevamo il peso perché eravamo sprovvisti di una bilancia che andasse oltre i 12 chilogrammi.
Il mio fish mix per il Fiume nel 1995 era così composto:
-30% di pane tostato macinato
-30% di farina di aringa 999 rossa
-30% di semola rimacinata fine
-10% di latte in polvere per vitelli
Un mix che rullava decentemente e che era abbastanza nutriente da condizionare i pesci del Piave (e in un futuro appena successivo anche quelli del Brian).
La boilie era impastata con circa 9-10 uova per chilogrammo, inserendo 10 ml. di aroma alla fragola di SBS o Rod Hutchinson (purtroppo nei miei diari ho scritto solamente “strawberry” e non ricordo di preciso), 30 ml. di olio di fegato di merluzzo e almeno un 50 ml. di miele liquido come dolcificante.
Tecnicamente non avrei difficoltà a rimettere in pesca un mix del genere anche oggi, semplicemente curerei di più la componente liquida e gustativa, togliendo un paio di uova e mettendo la salsa di pesce fermentata e il dolcificante NHDC.
Per il resto ero già arrivato, in maniera inconsapevole, a un buon bilancio di nutrienti, spendendo il giusto e riuscendo così a rullare quei 10 chilogrammi a settimana che ci servivano per mantenere attivo il nostro super spot in campo gara.
Durante la pescata eravamo soliti pasturare con classica pastura da garista, specifica per la pesca in acqua corrente, a base dolce e farcita pure di bigattino, in modo da stimolare le carpe con un richiamo molto noto data la vicinanza del campo gara. La scelta di mettersi alla fine dello stesso era dettata dalla consapevolezza che la corrente avrebbe comunque portato tutto a valle per decine di metri e dalla possibilità di stare in pesca anche nei week end tabellati, essendo la nostra posta fuori dell’ultimo picchetto.
In Sile ho invece sfruttato tutta la mia aumentata consapevolezza e sfruttato le mie pescate esclusivamente invernali, per testare a fondo il Krill fermentato che sarebbe poi confluito anche nelle Crazy ready made, tanto che l’ultima stagione sul fiume si svolse quasi esclusivamente utilizzando i prototipi definiti dell’esca pronta, con risultati identici alle due stagioni precedenti impostate su esche self made (che in definitiva era il risultato che mi ero prefisso).
Il mix era impostato su un pastoncino fatto apposta per Big Fish (molto simile come composizione all’Uniko 24 di Happy bird), soia, proteine del latte e farina di salmone LT.
La ricetta prevedeva:
-50% pastoncino Uniko 24
-20% farina di soia tostata
-20% farina di salmone LT
-10% caseina rennet
Questa base molto bilanciata e calibrata, veniva ulteriormente “spinta” dalla componente liquida molto particolare che le rendeva particolarmente veloci e attrattive.
In pratica quest’approccio mi serviva per valutare la variante ready made pescando in parallelo con le self, fino a raggiungere un compromesso di funzionalità che mi avrebbe permesso di valutare le esche pronte a mio nome.
La ricetta prevedeva, per un chilogrammo di mix:
-80 ml. di krill fermentato
-20 ml. di aceto di lamponi
-20 ml. di true blood
– 7 ml. di aroma strawberry hit
-5 ml. di dolcificante intenso
Questa esca micidiale, unita all’efficiente scelta della postazione e al corretto approccio di pastura e pesca, mi permise di catturare una media di 3-4 carpe a uscita, con numerosi target fish. Decisamente un ottimo risultato in riferimento all’acqua in questione, il fiume Sile, che non può essere catalogata come facile.