La carpa è un pesce importato in Europa dall’Asia per scopi alimentari; grazie alle sue capacità adattative, si è perfettamente acclimatata in tutte le nostre acque, dalle foci salmastre dei fiumi, ai laghi di montagna.
Questo superbo onnivoro è in grado di cambiare alimentazione e abitudini in funzione dell’ambiente, specializzando sia gli organi di senso, sia la complessa chimica che regola metabolismo e funzioni vitali.
Ovviamente le acque che offrono abbondanza di cibo proteico e elevate qualità fisico/chimiche, sono in grado di sostenere popolazioni più vaste ed accrescere individui più sani e di grosse dimensioni.
La carpa ha generato un’indotto notevole nell’ambito della pesca sportiva, perché raggiunge taglie enormi (superiori ai 30 kg.) e per la rusticità che la caratterizza, che permette una pratica del catch and release molto sicura, che difficilmente danneggia o porta alla morte dell’esemplare.
Si tratta inoltre di un pesce impegnativo da pescare in termini fisici e di fatica, ma non troppo diffidente e sospettoso da poter essere definito “difficile” da catturare.
Per questi motivi la sua pesca specialistica, definita “carpfishing”, vanta una notevole storicità, essendo nata negli anni sessanta in Inghilterra, ed un grande numero di appassionati.
Tanto da giustificare l’esistenza di libri specifici che trattino i complessi temi dello sviluppo delle esche, come ad esempio The Bait Guru, da cui sono tratte queste pillole.
Come dicevamo all’inizio, la carpa si adatta all’ambiente, affinando la sua sensibilità chemio-recettiva in funzione dell’alimento primario di cui si nutre. Matura la capacità di selezionare e ricercare le fonti alimentari proteiche, di origine animale, che sono quelle in grado di darle maggior risultato in termini metabolici.
La conoscenza di questo meccanismo ha portato lo sviluppo delle boilie verso un adattamento che imitasse i complessi segnali chimici ricercati dal pesce, che sono noti grazie alla ricerca scientifica costruita attorno a questo animale che è anche fonte di nutrimento e reddito per l’essere umano.
Amminoacidi, sali minerali, zuccheri semplici e acidi organici, rappresentano le sostanze primarie da sfruttare per spingere il pesce alla ricerca delle esche e invitarlo a nutrirsene con avidità, grazie anche all’azione di pasturazione preventiva, che nel caso della carpa è una pratica certamente consigliabile per creare abitudine e abbattere le diffidenze.
Il concetto principale che dovremo considerare nella scelta e nello sviluppo delle esche sarà l’attrazione, mentre le considerazioni nutrizionali avranno effetto secondario, peraltro legato a precise strategie d’azione sul lungo termine.
Il senso del gusto, dell’olfatto e del tatto, sono tutti situati in prossimità della bocca, del naso e dei barbigli. Grazie a questi potenti organi il pesce riesce a nutrirsi con facilità anche in assenza di luce e di visibilità, adottando abitudini squisitamente notturne in tutte quelle acque dove il principale alimento (gamberi e invertebrati) è particolarmente attivo dopo il crepuscolo.
La carpa ci vede molto bene ed è un animale estremamente curioso! Questo a volte permette di catturarla stimolandola con boilie ben visibili, che contrastano in maniera spiccata nei confronti del fondale su cui vengono posate.
Il colore è ininfluente in quanto la visione tetra polare e la relativa torbidità delle acque in cui le insediamo, rendono questa caratteristica di secondo piano. La cosa importante è usare esche chiare su fondo scuro e viceversa.
L’udito sottile e la capacità di percepire le vibrazioni, grazie alla linea laterale, rendono l’animale molto schivo e ci obbligano ad un’azione di pesca discreta, fatta di appostamenti silenziosi e mimetici, soprattutto pescando nell’immediato sotto riva, che rappresenta in genere un hot spot per insidiare i grossi ciprinidi.
Da un punto di vista ponderale, le abitudini di questi pesci variano a seconda della taglia, con i piccoli esemplari(<5 kg.) dediti a nutrirsi con continuità, senza un’effettiva specializzazione, mentre le grosse carpe(>15 kg.) si specializzano nella ricerca e digestione di cibo proteico e grasso. Questo meccanismo avviene perchè la digestione, da un punto di vista enzimatico, si adatta migliorando la digeribilità di alcuni cibi rispetto ad altri. Statisticamente la cattura dei record, avviene più facilmente con boilie che contengono stimoli alimentari di natura animale, piuttosto che vegetale, con poche eccezioni rappresentate prevalentemente dai grassi presenti nei semi oleosi e nelle noci.
In termini pratici non è necessario che un’esca sia tecnicamente nutritiva, ma basta che il pesce sia convinto che lo sia, ingannato dagli stimoli chimici che per lui rappresentano il miglior cibo disponibile. Questo determina una certa indifferenza al mix con cui viene formulata la boilie in assenza di pasturazione preventiva, perpetrata con un minimo di continuità (diciamo almeno 4-5 pasturazioni precedenti la pescata). Di fatto chi crea esche da pesca veloce, dovrebbe concentrare gli sforzi ed il budget sugli ingredienti liquidi, adattando solo la componente attrattiva della pallina all’ambiente e ai gusti del pesce.
Nei prossimi appuntamenti parleremo di attrazione primaria e secondaria, due argomenti decisamente importanti per iniziare a capire come funzionano le moderne esche del carpfishing.