25. Caratterizzazioni del mix 50/50

0
2657

Di Stefano Forcolin:

Evoluzione di un mix semplice…

 Capire quelle che sono le vere potenzialità di un’esca da carpe è alla base della nostra pesca.

 Creare, pescare e catturare con un’esca “illusoria” è un atto che ci sublima fra i grandi pescatori. I successi però hanno bisogno di una nostra personale completezza come pescatori…

 E piano scende la maschera, che lascia intravvedere un profilo sempre più definito e marcato. L’illusione piano se ne va, e il gioco continua…

 Vi ricordate dove eravamo rimasti? Abbiamo disquisito circa la possibilità di poter aromatizzare a dovere un’esca di per sé povera sia in termini nutrizionali, sia a livello attrattivo. Sfruttando le doti di “trasportatore” intrinseche di questo mix, abbiamo calcolato l’abbinamento a una pozione liquida in grado di uscire velocemente dall’esca, in modo tale da poter interessare in breve tempo le carpe presenti.

 Abbiamo creato un’esca artificiale, queste boilies hanno pregi inestimabili, sono proiettili infallibili, armi da caccia cariche e pronte a colpire.

 Di certo, per ottenere i risultati enunciati, devono essere riposte in mani sapienti, in grado di capire i luoghi, le posologie e le tempistiche migliori.

 Queste sono esche da usare con parsimonia, sapendo che il loro potere attirante è molto elevato, ma che perde di efficacia altrettanto velocemente se usato in quantità superiori al necessario.

 In natura la carpa non trova altri segnali che per intensità possano esser equiparati a quelli di una pallina come questa.

 Le concentrazioni che si vengono a creare nei paraggi della nostra esca, sono talmente artefatte da essere altrettanto facili da smascherare per pesci con più esperienza. La memoria dei più smaliziati, è segnata dal ricordo molto forte che questa pallina è in grado di fissare nella memoria del pesce.

 Un concetto base, facile da comprendere potrebbe essere riassunto in: “Tutto quello che di liquido è stato inserito nella boilie, uscendo otterrà un effetto che dal pesce sarà percepito come artificiale”; di questo, dobbiamo esser consci e iniziare a pensare che abbiamo per le mani un’arma a doppio taglio.

 Ammettiamo anche di essere stati bravi, di aver usato le opportune quantità nei posti giusti.

 Avremo catturato moltissimi pesci, anche in sessioni brevi, ma non illudiamoci che questo possa durare in eterno.

 E allora che fare?

 A questo punto, potremo inserire un secondo pensiero, cioè che il nostro inganno, dapprima subdolo, sottile e artificiale, cominci a virare profilo a favore di un condizionamento alimentare.

 Per far ciò dobbiamo passare a un’attrazione più naturale, che stimoli la carpa a cibarsi.

 Un altro basilare concetto efficace per lavorare da qui in poi è questo: “Il segnale chimico delle sostanze solide avrà, nella sua ridotta intensità d’uscita, caratteristiche tali da assomigliare a ciò che la carpa è abituata a trovare in natura, e quindi tale da esser classificato come naturale”.

 Sulla base di questo dato di fatto, sono impostate le ricette che seguono.

 Pensate alla possibilità per il nostro base mix di acquisire, con qualche semplice aggiunta, un’altra faccia gustativa, imprimendo alla boilie un carattere diverso, più interessante, sicuramente più performante, in modo tale  che l’efficacia sia più duratura.

 Questa manovra sarebbe una soluzione  per i momenti di stallo, caratteristici in qualche situazione.

 Ricordiamoci che siamo partiti da una base e che ci stiamo inoltrando gradatamente nel mondo del self made, ricalcando i tratti fondamentali, senza dover per forza di cose bruciare tappe che potrebbero essere fondamentali per la nostra carriera di carpisti.

 Abbiamo affermato che l’aggiunta al 50/50 di parti solide, è il giusto passo in avanti da compiere quando il primo stadio inizia a sentire l’inflazione derivata da un uso prolungato.

 L’aggiunta delle farine, pur mantenendo invariata la ricetta aromatica, muta notevolmente la percezione da parte del pesce e questa variante, se ben congegnata, è tale da rinverdire l’efficacia della nostra pallina e portarla ad altissimi standard.

 Le possibilità di caratterizzare sono molteplici, ma quelle che sono passate attraverso tanti anni di pratica, senza aver mai dovuto deludere, si concentrano nella selezione che andremo a proporre.

 I singoli ingredienti non hanno bisogno di presentazioni perché sono fari-ne sulle quali si sono scritte le pagine del più glorioso carpfishing.

 Dobbiamo valutare che l’aggiunta al nostro base mix, sarà quantificata in un 10% massimo sul totale del mix, quindi non più di 100 grammi di un singolo ingrediente su di un chilogrammo.

 Questa semplice integrazione è sufficiente per caratterizzare il profilo gustativo dell’esca, rendendola molto più attrattiva, ed è tale da non snaturarne le qualità meccaniche.

 A questo punto vediamo quali sono le quattro caratterizzazioni che abbiamo selezionato:

   -Robin red mix:

 Aggiungere 100 grammi di Robin red a 900 di mix 50/50, impastare con 50 ml. di liquid Robin red, 3 uova, 4 ml. di aroma speziato in olio, 4 ml. di aroma speziato in glicole e 5 ml. di dolcificante NHDC.

 Lasciare riposare qualche minuto e quindi completare con uovo Q.B.

   -50/50 gusto pesce:

 Aggiungere 100 grammi di fish meal predigested ai soliti 900 di mix, impastare con 50 ml. di liquid food al pesce, 3 uova, 4 ml. di salmon oil, 4 ml. di aroma monster crab e 5 ml. di dolcificante NHDC.

 Completare con uovo Q.B.

   -Honey cream mix:

 Aggiungere 100 grammi di miele in polvere con il solito metodo, impasta-re con 50 ml. di miele di acacia, 3 uova, 4 ml. scopex, 4 ml. aroma milk cream e 5 ml. dolcificante NHDC.

 Completare come al solito.

   -Peanut mix:

 Aggiungere 100 grammi di farina di arachidi tostate, impastare con 50 ml. di burro d’arachide, aggiungere 3 uova, 4 ml. banana oil, 4 ml. aroma banana, 10 gocce olio essenziale black pepper e 5 ml. NHDC.

 Completare come al solito

   -Liver mix:

 Aggiungere 70 grammi di farina di fegato, 30 di idrolizzato di fegato, impastare con 50 ml. di liquid liver, 3 uova, 5 ml. scopex oil, 4 ml. aroma squid octopus e 7 ml. dolcificante Talin.

 Completare come al solito.

Nella prossima puntata ci dedicheremo alla nostra :”prima boilie”…quella che difficilmente scorderemo!

http://www.thebaitguru.it

Articolo precedente24. Esche veloci
Prossimo articolo26. La prima boilie self
mm
Sono nato in provincia di Treviso nel luglio del 1972 ed ho scoperto la passione per la pesca all'età di circa sei anni, fermandomi a guardare i pescatori di trote lungo il fiume della mia cittadina. Purtroppo mio padre Pietro non era un appassionato, quindi mi toccò arrangiarmi in maniera autonoma, munito solo della mia curiosità di bambino e confidando nella pazienza di quei vecchi pescatori che tempestavo di domande circa la tecnica, i nodi, le esche e le catture. Scoprii allora che nella pesca nulla è regalato e le informazioni che ricevevo erano più stimoli a sperimentare che non risposte certe. I miei genitori si decisero a farmi la licenza a otto anni, limite minimo consentito dall'associazione pescatori, dopo due anni di gavetta fatti nei laghetti sportivi pescando le trote. Ho praticato tutte le tecniche dell'epoca, canna fissa a persici sole, passata al tocco in torrente, spinning con cucchiaino e pesca a fondo classica per carpe, anguille e pesci gatto. Per mia fortuna la provincia di Treviso è sempre stata generosa in termini di ambienti e stimoli, permettendomi di crescere come pescatore a 360°. Mio padre Pietro morì prima del mio diciottesimo compleanno e l'anno che ne seguì fu per me molto difficile, introspettivo e buio, non pescai per molti mesi e mantenni l'aggancio con la passione solo grazie alle riviste di pesca che divoravo assiduamente. Fu proprio per merito di una rivista che conobbi la nuova tecnica importata dall'Inghilterra e grazie a un autore in particolare, Giorgio Balboni, me ne innamorai! Il carpfishing degli anni novanta era differente, molto introspettivo e adatto a pescatori piuttosto schivi e solitari, disposti a isolarsi anche per lunghi periodi in ambienti vergini, dove i cappotti erano all'ordine del giorno. Io ero il candidato ideale visto che già vivevo in un mio mondo fatto esclusivamente di allenamenti in palestra e momenti passati da solo in mezzo alla natura. Come spesso accade nella vita, il destino mise sulla mia strada le persone giuste e così durante una trasferta al negozio della famiglia Boscolo di Preganziol incontrai “Cambogia”, una delle figure più importanti della mia vita, uomo ricco di vicissitudini e orfano di padre come me, capace di gustare i profondi silenzi della pesca. Diventammo inseparabili e la decade che seguì a quel primo incontro ci vide affrontare le acque di tutta Italia e le mecche estere. Alcune volte siamo stati i primi a portare questa tecnica in acque vergini con altalenanti successi ed enormi soddisfazioni, ma noi non pescavamo solo per catturare pesce, avevamo bisogno di evadere da una realtà che ci opprimeva per rifugiarci in riva a qualche corso d'acqua dove stavamo in sintonia, senza parlare anche per giorni. E nonostante tutto ci capivamo al volo solo con uno sguardo. Il carpfishing mi ha rapito per buona parte della mia gioventù fissando ricordi indelebili di pescate solitarie durate anche trenta giorni consecutivi, in ambienti incontaminati. Mi sono spinto al limite e stavo per cadere nell'oblio dal quale mi sono salvato grazie alla nascita dei miei figli che mi hanno riportato a vivere in maniera costruttiva questa passione. Nel frattempo ero già diventato l'esperto di esche del mio piccolo gruppo di amici ed è stato chiaro fin da subito che la boilie avrebbe condizionato il mio modo di vivere la passione per la pesca alla carpa. Negli anni della ragione, grazie allo slancio imprenditoriale del giovane Fabio Boscolo, erede di una famiglia d’illuminati commercianti, nacque l'azienda Big Fish con la quale ho collaborato fino al 2010 in compagnia dell'amico e "guru" dell'esca Sandro Minotto. Gli anni con Big Fish mi hanno permesso di attingere direttamente all'e-sperienza di Richworth Streamselect, la prima industria nata per la produ-zione di boilies e di avere contatti diretti con i più grandi produttori di pet food e mangimi. Sono riuscito anche a realizzare il sogno di contattare Fred Wilton, il vero "Bait guru" del libro, con il quale ho intrapreso un rapporto di amicizia epistolare fatto di consigli, di aneddoti e credo di essere l'unico Italiano ad aver personalmente conosciuto l'inventore della boilie. Big Fish mi ha permesso di avere un filo diretto con tutti gli appassionati Italiani, grazie all'esperienza più bella e impegnativa della mia vita, rappresentata dalla gestione del monumentale forum a tema dell’azienda dove raccogliemmo un mondo d’informazioni, ricette, esperienze e consigli purtroppo andati persi. Negli ultimi anni ho ricevuto più di 10.000 messaggi personali suddivisi fra forum ed email ai quali mi pregio di aver risposto con enorme soddisfazione e spero chiarezza. Questo bagaglio d'informazioni mi ha spinto a creare prodotti per l'esca dedicati al nostro territorio e ai nostri ambienti, facendo diventare Big Fish la principale azienda del settore in Italia e una delle poche in grado di esportare conoscenza anche in Francia e Inghilterra. Avevo tre sogni per ciò che riguarda la ricerca e la diffusione delle competenze tecniche, elaborare una mia ricerca sull'esca, progetto riuscito nel 2012 sviluppando la teoria dell'elevata energia potenziale, ottenuta grazie alla ricerca e lo sviluppo di super nutrienti a base di grassi predigeriti e modificati, sfociata poi nel White fish mix. Creare un'esca pronta a mio nome, iniziativa riuscita nel 2013 con lo svi-luppo della crazy ready made, una boilie costruita su un’idea ambiziosa con tutti gli ingredienti nutritivi e attrattivi prodotti in autonomia e non mutuati da altri settori. L’ultimo dei miei sogni era scrivere un libro per raccogliere tutto il sapere e le esperienze di questa vita di studi, di ricerche e di avventure di pesca.