Il processo di asciugatura delle boilie è fondamentale per evitare fenomeni d’instabilità, muffe e deterioramenti veri e propri.
Nel capitolo sul come fare le boilie, consiglio vivamente il congelamento, ma dalle vostre numerose domande capisco che tanti hanno comunque una preferenza per lasciare le esche sui graticci oppure in sacchetti traspiranti, per questo motivo dedichiamo una pillola di bait guru ad approfondire in pratica le dinamiche.
Il principale nemico è l’umidità ambientale che nei mesi autunnali e invernali può diventare veramente problematiche specialmente in quei contesti che manifestano i fenomeni stagionali delle nebbie (penso alla pianura padana in genere).
Partendo dalla fine della cottura, la prima fase da affrontare è il raffreddamento che può essere gestito semplicemente spargendo le esche su un panno messo all’aria aperta (nel caso di una bella giornata) oppure ponendo già le esche sui contenitori di asciugatura e sottoponendole al passaggio di aria forzato con un elettroventilatore.
I contenitori per l’asciugatura possono essere dei graticci auto costruiti, oppure delle apposite cassette forate, comunemente vendute per asciugare la pasta. Un’alternativa veramente a basso costo è rappresentata dalle cassettine impilabili traforate che si possono acquistare usate a prezzo irrisorio dal macellaio o dal fruttivendolo di fiducia che in genere le riciclano o addirittura eliminano dopo l’utilizzo. Si tratta di una scelta intelligente che non richiede una struttura apposita per impilare e sono fatte di un materiale che può essere facilmente igienizzato dopo ogni utilizzo spruzzandolo con alcol etilico o varechina, per poi sciacquarlo con acqua.
Dopo il raffreddamento, che in genere avviene in un paio d’ore, parte la fase di asciugatura vera e propria che dura da minimo 2 giorni a infinito…nel senso che posso anche decidere di lasciare sull’essiccatoio per mesi fino all’utilizzo arrivando a sfere dure come il cemento che sono peraltro molto utili per pasturazioni perché contrastano l’attacco dei piccoli pesci.
Apro una parentesi relativa all’attrazione delle esche disidratate che è certamente inferiore a quelle umide appena cotte, ma che risulta ininfluente se pasturo preventivamente perché comunque il pesce si abitua a quel tipo di prodotto.
Di contro se devo realizzare poche esche da usare in pescate veloci è decisamente opportuno congelare dopo un paio di giorni di asciugatura max.
Chiusa parentesi, per asciugare per bene anche in posti sfortunati, conviene farsi un essiccatoio chiuso munito di deumidificazione elettrica.
La scelta più economica sono le serre da interno, acquistabili in varie misure per poche decine di euro, seguite dalle casette ricovero attrezzi in PVC e dalle casette da giardino di legno o lamiera.
Io ho attrezzato una casetta di legno 3X3 metri poiché preferivo fare le mie preparazioni odorose fuori di casa…ma questa è evidentemente una scelta personale legata anche al budget e ai regolamenti comunali per questo tipo di struttura.
Tornando alla serra in PVC, un modello da 2 metri X 1 , dove si possono tranquillamente asciugare un paio di quintali di boilie, costa una trentina di euro al massimo.
A questo punto all’interno troveranno posto le nostre cassettine impilate in buon ordine, con un solo strato di boilie per ripiano, in modo che l’aria possa circolare liberamente e dovremo dotare l’essiccatoio di un estrattore di umidità elettrico, praticamente un macchinario che ricircola l’aria condensando l’umidità e raccogliendola in una vaschetta di scolo.
Anche qui, i modelli più piccoli sono ovviamente sufficienti, poiché in genere dimensionati per una piccola stanza di qualche metro quadro e costano alcune decine di euro.
Ci sono poi soluzioni più complesse, dotate di misuratore di umidità che possono essere programmate per partire e fermarsi in automatico, si tratta di celte più costose interessanti magari per dotare una casetta come la mia, dove si possono stoccare oltre a qualche quintale di boilie, anche le attrezzature, preservandole dai danni dell’umidità.
Se lo strumento è semplice, conviene investire qualche euro per un piccolo igrometro, in altre parole uno strumento che misura l’umidità dell’ambiente.
Dopo 48 ore di asciugatura, l’umidità cala drasticamente e ci si rende conto che la macchina raccoglie sempre meno acqua residua, a questo punto si possono trasferire le esche in congelatore o recipienti stagni (con le modalità descritte nel capitolo specifico del sito sulla conservazione in secchio) o lasciare appunto in essiccatoio, facendo partire in manuale il deumidificatore al bisogno.
Da questo punto le esche possono essere messe in sacchi di rete traspirante, come quelli delle patate oppure quelli venduti allo scopo e appesi , liberando le cassette per nuove produzioni.
Nella prossima puntata affronteremo un argomento controverso: la chimica applicata all’acqua.